Presentata l’IBI, l’officina delle idee transnazionale per l’edilizia e le infrastrutture nelle zone alpine

L’IBI, il Centro di competenza dell’Euregio con sede a Varna, è un polo di sviluppo e ricerca interdisciplinare e transnazionale che vuole essere motore di innovazione dell’industria edile nelle regioni alpine. Venerdì pomeriggio, in occasione di una Giornata delle porte aperte, questa officina delle idee si è presentata al pubblico assieme ad ospiti illustri e partner d’eccellenza.

Il folto pubblico accorso a Varna ha ascoltato con interesse gli interventi dell’europarlamentare altoatesino Herbert Dorfmann, del consigliere del Land Tirol Florian Riedl, del presidente del Consorzio dei comuni dell’Alto Adige Andreas Schatzer e del presidente del Collegio dei costruttori altoatesini Markus Kofler. Il simposio sulle opportunità e i rischi legati all’innovazione è stato aperto da Franz Schöpf, direttore dell’Ufficio Innovazione, Ricerca e Sviluppo della Provincia di Bolzano. Tutti i relatori hanno messo in risalto lo spirito innovativo della collaborazione transfrontaliera, elogiando “il progetto di un’officina delle idee nata all’interno del mondo economico”. Un progetto che si basa su innovazione vissuta e ricerca operativa, provata sul campo e trasformata in realtà.

 

Migliorare l’edilizia nelle Alpi per la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali

“Attraverso soluzioni interdisciplinari e innovative, IBI punta a migliorare l’edilizia nelle regioni alpine”, hanno spiegato il presidente di IBI Dietmar Thomaseth ed il suo vice Werner Kusstatscher. I principi cardine sono aumento dell’efficienza, sostenibilità ambientale e rispetto delle risorse naturali. Ed è in quest’ottica che diversi esperti provenienti dall’Alto Adige, da altre regioni italiane e da Austria, Germania e Svizzera collaborano per creare una rete strategica di know-how in materia di progettazione, geologia, tecniche di misurazione, idrologia e tecnologia dei materiali da costruzione che permetta di sviluppare soluzioni innovative per l’edilizia nelle zone alpine.

 

La proiezione di un filmato ha permesso ai presenti di capire meglio i quattro filoni di ricerca e sviluppo seguiti da IBI:

  • Logistica di cantiere e individuazione delle sostanze inquinanti: concerne i materiali risultanti da scavi e demolizioni, i materiali riciclabili e i materiali prelevati da bacini artificiali e corsi d’acqua. L’attuale procedura di individuazione delle sostanze inquinanti non è adeguata alla moderna logistica di cantiere, in quanto i risultati che permettono di decidere tra invio in discarica o recupero spesso arrivano troppo tardi. L’obiettivo è il monitoraggio in tempo reale dei materiali, con individuazione in loco delle sostanze inquinanti al fine di consentire il diretto riutilizzo.

 

  • Separazione mirata dei materiali nello scavo di gallerie: negli interventi edilizi in zone montuose particolarmente mutevoli dal punto di vista geologico, è importante separare i diversi tipi di roccia poiché la mescolanza rende problematico un loro eventuale riutilizzo. Analizzando invece i materiali già nella fase di perforazione della galleria, è possibile separare in maniera tempestiva le rocce e procedere quindi al riutilizzo mirato di questi preziosi materiali.

 

  • Garanzia di sicurezza nei materiali di recupero: è necessario analizzare i materiali da demolizione in tempo reale e con una nuova metodologia di analisi. In questo modo le informazioni possono essere girate direttamente all’utilizzatore, come ad esempio un produttore di calcestruzzo, che sulla base di questi dati può adeguare la sua produzione successiva.

 

  • Monitoraggio delle strutture in calcestruzzo: nel corso degli anni le opere infrastrutturali subiscono inevitabili deterioramenti, a volte visibili a volte no, che possono compromettere il loro utilizzo e la loro capacità di carico. Oggigiorno lo stato delle armature viene verificato tramite controlli regolari, che però sono molto dispendiosi e di conseguenza non rendono possibile analizzare una struttura in maniera completa. Il progetto punta quindi a sviluppare un sistema di monitoraggio automatizzato in grado di verificare esattamente lo stato reale, con evidenti vantaggi in termini di certezza dei costi e di progettazione.

 

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